Dal Sole 24 ORE

Recovery Fund. Sempre più parola chiave, di stretta, strettissima attualità. Lo è ora, e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi e, probabilmente, anni. E lo è su un duplice fronte. Quello di politica economica e quello più squisitamente di politica interna. Nel primo caso il Fondo per la ripresa, ovvero i 750 miliardi che l’Unione europea a fine luglio ha messo sul piatto per rilanciare le economie dei 27 Paesi membri travolte dalla crisi del Covid-19, si appresta a rivestire un ruolo strategico per la ripartenza (le prime risorse saranno distribuite l’anno prossimo).

Dal secondo punto di vista, le risorse che arriveranno dall’Europa assumono un ruolo non secondario nel definire l’equilibrio politico italiano. «Se perderemo questa sfida avrete il diritto di mandarci a casa», ha chiarito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte agli studenti di Norcia. Recovery Fund ago della bilancia della tenuta dell’esecutivo, dunque, con una rilevanza ancora maggiore del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e delle elezioni regionali, il 20 e 21 settembre. Ma che cosa è il Recovery Fund? Chi l’ha predisposto? A chi si rivolge? Quali sono i tempi? Ecco in estrema sintesi, in dieci domande e dieci risposte, quello che c’è da sapere.

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