Nel nostro Paese è attiva fin dall’inizio della pandemia una rete di sorveglianza sul nuovo coronavirus.
Report giornalieri
- Mappa interattiva Italia (dashboard)
- Download ultimo aggiornamento sulla situazione in Italia (scheda dati quotidiana con i casi aggregati di Regioni/PPAA)
- Infografica della sorveglianza integrata Covid-19 in Italia sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità che offre un quadro complessivo dell’epidemia e un focus sui casi segnalati negli ultimi 30 giorni
Report settimanale monitoraggio fase 2
Per la gestione della Fase 2 della pandemia in Italia è stato attivato uno specifico sistema di monitoraggio, disciplinato dal decreto del ministero della Salute del 30 aprile 2020, sui dati epidemiologici e sulla capacità di risposta dei servizi sanitari regionali. Il monitoraggio è elaborato dalla cabina di regia costituita da ministero della Salute, Istituto superiore di sanità e Regioni.
Punti chiave 28 settembre 4 ottobre
- Si riporta un’analisi dei dati relativi al periodo 28 settembre – 4 ottobre 2020. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione a settembre. Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti.
- Il virus oggi circola in tutto il paese. Continuano ad aumentare i nuovi casi segnalati in Italia per la decimasettimana consecutiva con un’incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 gg di 44,37 per 100.000 abitanti (periodo 21/9 – 4/10) (vs 34,2 per 100.000 abitanti nel periodo 14/9 – 27/9). Si osserva anche un aumento nel numero di casi sintomatici nello stesso periodo (8.198 casi sintomatici nel periodo 21/9 – 4/10 vs 6.650 casi sintomatici nel periodo 14/9 – 27/9).
- Sono 17 le Regioni/PPAA che hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso ISS). Scende la percentuale dei nuovi casi che sono stati rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti (31,8% dei nuovi casi vs 35,8 la settimana precedente). Aumenta, invece, la percentuale dei nuovi casi rilevati attraverso le attività di screening (33,2% vs 28,2%). Il 29,1% dei nuovi casi è stato rilevato attraverso la comparsa di sintomi e nel 5,9% non è stato riporto l’accertamento diagnostico.
- Nel periodo 17 – 30 settembre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,06 (95% CI: 0,97 – 1,16). Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sulsito dell’Istituto Superiore di Sanità.
- Sono stati riportati complessivamente 3.805 focolai attivi, di cui 1.181 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede l’individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la decima settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 3.266 focolai attivi di cui 909 nuovi).
- Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (104/107). La maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (77,6%). Continua a scendere la percentuale dei focolai rilevati nell’ambito diattività ricreative (4,1% vs 4,5% la settimana precedente).
- Questa settimana sono in lieve aumento i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico. Rimane tuttavia complessivamente una dinamica di trasmissione limitata pari al 2,5% di tutti i nuovi i focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione.
- Continua ad aumentare il numero di nuovi casi fuori delle catene di trasmissione. Sono 4.041 i casi in cui non si è potuto trovare un link epidemiologico (erano 3.026 la settimana precedente).
- A livello nazionale continua a salire il numero di persone ricoverate (3.287 vs 2.846 in area medica, 303 vs 254 in terapia intensiva nei giorni 4/10 e 27/9, rispettivamente) e, conseguentemente, aumentano i tassi di occupazionedelle degenze in area medica e in terapia intensiva.
Conclusioni:
- In Italia si osserva un’accelerazione del progressivo peggioramento dell’epidemia di SARS-CoV-2 segnalato da dieci settimane, che si riflette in un notevole carico di lavoro sui servizi sanitari territoriali. Per la prima volta si segnalano elementi di criticità significativa relativi alla diffusione del virus nel nostro Paese.
- È essenziale evitare eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati ed è obbligatorio adottare con consapevolezza comportamenti individuali rigorosi al fine di limitare il rischio di trasmissione per evitare un ulteriore e più rapido peggioramento dell’epidemia.
- La trasmissione locale del virus, diffusa su tutto il territorio nazionale, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti soprattutto segnalati in ambito domiciliare/familiare. Rimane fondamentale mantenere un’elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento ormai chiaro e più rapido della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali: lavaggio delle mani, uso delle mascherine e distanziamento fisico.
- Sono in lieve aumento focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito intra-scolastico. Rimane quindi essenziale mantenere l’attenzione sulle misure già introdotte per prevenire trasmissione intra-scolastica, come lo screening, la rilevazione della temperatura giornaliera da parte delle famiglie e le procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico.
- Il tracciamento dei casi e dei loro contatti e la conseguente riduzione nei tempi tra l’inizio della contagiosità e l’isolamento restano elementi fondamentali per il controllo della diffusione dell’infezione. L’aumento di focolai e di casi non associati a catene di trasmissione evidenzia l’importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati.
- È importante il rafforzamento dei servizi territoriali, attraverso un coinvolgimento straordinario di risorse professionali di supporto ed anche attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici come la “app” Immuni, nelle attività di diagnosi e ricerca dei contatti in modo da identificare precocemente tutte le catene di trasmissione e garantire una efficiente gestione, inclusa la quarantena dei contatti stretti, e l’isolamento immediato dei casi secondari.
- Si richiama l’importanza dell’uso appropriato degli strumenti diagnostici e di screening, nel contesto di una valutazione del rischio epidemiologico, e della corretta esecuzione delle procedure di isolamento e quarantena quando indicate.
- Si ribadisce la necessità di rispettare i provvedimenti quarantenari e le altre misure raccomandate dalla autorità sanitarie sia per le persone che rientrano da Paesi per i quali è prevista la quarantena, e sia a seguito di richiesta dell’autorità sanitaria essendo stati individuati come contatti stretti di un caso.
- La situazione descritta in questo report evidenzia importanti segnali di allerta legati a un aumento della trasmissione locale.
- Si evidenzia una nuova fase epidemiologica con un notevole carico dei servizi territoriali che va monitorato per i suoi potenziali riflessi sui servizi assistenziali.
- Si raccomanda alla popolazione di prestare particolare attenzione al rischio di contrarre l’infezione in tutti i casi di mancato rispetto delle misure raccomandate. Si raccomanda di prestare responsabilmente particolare attenzione a tutte norme comportamentali previste di prevenzione della trasmissione di SARS–‐CoV–‐2, in particolare nei confronti di fasce di popolazione più vulnerabili.
Leggi la news con i report regionali
Calcolo dell’RT
Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità. Bisogna tuttavia interpretare con cautela l’indice di trasmissione nazionale in questo particolare momento dell’epidemia. Infatti, l’Rt calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto, l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza.
Report su mortalità
Il rapporto ISS e ISTAT del 16 luglio 2020 riporta che al 25 maggio 2020 il Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi di persone positive al test Sars-CoV-2, mentre per il restante 11% le cause di decesso sono le malattie cardiovascolari (4,6%), i tumori (2,4%), le patologie del sistema respiratorio (1%), il diabete (0,6%), le demenze e le malattie dell’apparato digerente (rispettivamente 0,6% e 0,5%).
L’ultimo aggiornamento dell’ISS mostra un’età mediana dei pazienti deceduti pari a 80 anni e in media 3,4 patologie preesistenti.
Consulta
La rete di sorveglianza italiana
Il monitoraggio dell’epidemia dei casi di Covid-19 in Italia viene effettuato attraverso due flussi di dati giornalieri:
- il flusso dei dati aggregati inviati dalle Regioni coordinato da Ministero della Salute, con il supporto della Protezione Civile e dell’Istituto superiore di sanità, per raccogliere informazioni tempestive sul numero totale di test positivi, decessi, ricoveri in ospedale e ricoveri in terapia intensiva in ogni Provincia d’Italia.
- il flusso dei dati individuali inviati dalle Regioni all’Istituto Superiore di Sanità (Sorveglianza integrata Covid-19, ordinanza 640 della Protezione Civile del 27/2/2020), che comprende anche i dati demografici, le comorbidità, lo stato clinico e la sua evoluzione nel tempo, per un’analisi più accurata.
Vedi anche
- Domande e risposte del Ministero
- Indagine sierologica
- Viaggiatori
- Norme, ordinanze, circolari
- Situazione nel mondo
- Protezione civile
Data ultimo aggiornamento: 9 ottobre 2020