Val bene un madrigale
…. pesciolini argentei guizzanti a bordo mare che guardavano estatici da sotto in su la bimba
quattrenne, china nell’atto di specchiarsi nelle acque verd’azzurre in quello scampolo di spiaggetta appiattita alle rocce per non farsi schiaffeggiare dalle onde della risacca.
Potesse con le piccole mani maldestre almeno uno acchiapparne…
Un desiderio che aleggiava inespresso ma intenso mentre ella zampettava mai tanto felice e libera in quel lucore ondoso ,tra sole e brezza nella mattinata quasi estiva, tenuta d’occhio dall’impacciato padre, poco aduso a redarguire i comportamenti a volte scapricciati dei piccoli di famiglia preferendo di gran lunga che ad occuparsene fosse la consorte e madre…
Ben altro piglio il suo, niente da obiettare!
La figlioletta ,per quanto ancora implume, sembrava davvero presa dall’impareggiabile veduta che le si parava davanti in piena gloria peraltro sull’altra sponda,quella calabra .
Dopo tutto si trattava dell’epico Stretto delle due città dirimpettaie del quale forse o chissà aveva pur cominciato ad ammirare qualche leggiadra illustrazione nei suoi primi abbecedari.
E ora la bimba aveva l’occasione di ammirare da vicino con tutto il gioioso e genuino stupore della sua verdissima età il mare,carezzevole e giocherellone nel lambire i piedini a mollo…
Scarpette, di rigore il color niveo da maggio in poi, diligentemente a lato ben discoste dall’onda che non avessero a bagnarsi … altrimenti chi l’avrebbe sentita la mamma a casa…
Il papà si andava rilassando anche lui poco a poco dopo la paura…già!
L’azione retrocede di una mezz’oretta

Il diretto delle 10.15 da… a …ovvero casa della nonnina, che importava del nome del luogo, aveva iniziato il suo andare man mano permettendo di veder sfilare l’ameno e vario paesaggio dal finestrino abbassato quel tanto sufficiente da sporgere Il faccino al fresco venticello.
Una vera delizia questa gita insperata chè il papà era sempre pronto a scodellare onnipresenti imprevisti di lavoro, perfino lei dall’alto, per dire,dei suoi pochi anni, in grado di temerne gli effetti esiziali!
“Mi spiace cara, sono mortificato ma si è verificata una urgenza imprevista…sai com’è il mio mestiere…”
Al solito, misto d’ira rassegnata, pensava la signora, ovvero moglie del suddetto che di colpo acchiappava al volo il bus di passaggio sul viale principale e via verso quel babau dell’ ufficio, mollando sul più bello la famigliola in ghingheri per la passeggiata con vista sulla piazza più elegante della città e fermata d’obbligo nella smagliante pasticceria in grado di sciorinare sublimi coni gelato tutti gusti, come minimo!!
E invece questa volta come da programma.
La piccola se la stava a godere prestando, come è giusto che fosse, ben poco orecchio ai noiosetti ammonimenti del padre… “non mi sembra il caso di scialare di colpo con tutta quest’aria, in definitiva non è ancora il tempo adatto….”
Capirai, pensava la frugoletta …dalle loro parti era sempre estate, anche d’inverno, non c’era verso di sentire un po’ di freddo, quello vero quindi, concludeva la bambina con una logica scientemente infantile, le preoccupazioni del papà erano esagerate…
E il bello quando sarebbe arrivato?!
In tempo con il treno che decisamente aveva accelerato per poi, che strano, rallentare in prossimità di un delizioso scorcio di spiaggia tra un ciuf ciuf e l’altro i binari correndo repentini accanto alle morbide onde marine da non si poter raccontare, come avverte il titolo!
Piccole beatitudini crescono
In un istante al desiderio/pensiero si era sostituita l’azione fulminea e già la bimba pencolava fuori dal finestrino del treno ormai al passo con la personcina in bilico più fuori che dentro, intanto ridacchiando estasiata anzi incosciente del tutto!
“ Papà per favore potrei scendere direttamente in mare?”…
Il genitore trasecolava ma la bambina insisteva convinta…I binari stavano andando a pelo d’acqua tanto correvano vicini al glauco mare sulle cui rive la figlioletta era nata, in realtà a mezzo tra una costa e l’altra…
Una liquida emozione, anzi una pagina da libro di fiabe dove la piccola sembrava intenzionata a ..tuffarsi…giusto per non fare attendere lui il mare grande amico di giochi in tenera data…
Il padre sembrava imbambolato davanti al pericolo …
Che combinava la figlioletta,…
La prossima volta ,tanto per cambiare sarebbe rimasta tranquilla a casa , una minaccia che non sembrava sortire l’effetto voluto…
Non restava che afferrare la piccola spavalda per la collottola rimettendola a sedere con fermezza nella carrozza/vagone…detto fatto e immediato broncetto della bambina…
Dopotutto non si poteva chiamare gita con tutte le proibizioni inalberate dal papà ad ogni angolo…
Bisognava rimediare, sì proprio,e così la figlioletta era riuscita a strappare l’ agognata promessa che presto e di persona si sarebbero recati a fare ammirare anche alla mamma quell’ineffabile angolo tra cielo e paradiso!

      Da chiosare narrando…    

L’evento in breve descritto è avvenuto agli albori dei felici anni ‘50/60 in cui l’incanto dei luoghi che fanno da sfondo si presentava nel massimo fulgore di un cristallino vissuto In quegli stessi anni dagli antichi fasciami di un vascello naufragato in quel tratto di mare è affiorata con fare discreto una “Testa di filosofo” ora ospitata presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria nella medesima sala dei Bronzi con i quali condivide onori e gloria.