Tra dubbi, incertezze e polemiche. Lavori incompiuti per una futura  bellezza che non si coniuga con i benefici sperati. Esercizi commerciali che abbassano le serrande, situazione economica al collasso, la protesta dei commercianti.

Corso Umberto di Soverato rifà il suo look. Ed avrà un’immagine rinnovata. Adeguata alla città, per antonomasia “Perla dello Jonio”. Un cambio d’aspetto elaborato, mediante un “lavoro di riqualificazione architettonica e urbana”, secondo quanto scritto in grassetto e che fa titolo allo stesso Progetto. Ma sono lunghi i tempi di attesa per la sua “comparsa”, giacchè non prevedibile ormai, anzi appare lontana, la conclusione dei lavori. L’avvio dell’opera di restyling era stato intrapreso nel mese di maggio scorso: orgogliosamente annunciato dagli Amministratori Comunali, guardato con diffidenza dalla cittadinanza, osservato, perplessi e dubbiosi della sua “bontà”, dai proprietari dei numerosi esercizi commerciali, presenti su questa direttrice del centro storico cittadino.

Corso Umberto, unica via importante della città che l’attraversa tutta, rappresenta il cuore e il fermento di vita di questa capitale di mare; luogo cult per tante generazioni, dove le attività sociali e commerciali si intensificano e si susseguono in costante movimento, realizzando il senso del loro esistere. Punto di riferimento, per tutto il comprensorio ed oltre, di una clientela esigente. La passeggiata buona in tutte le stagioni.

Da oltre sei mesi, Corso Umberto è ingabbiato, interdetto. E lo sarà chissà per quanto tempo ancora. Dopo una estate complicata e difficile, quella trascorsa, per turisti, vacanzieri e commercianti, quando il traffico ad ogni livello, si intensifica e si moltiplica, un autunno altrettanto gravoso, che disvela impietosamente una immagine di precarietà esondante. Presenze cancellate, negozi deserti. E non si profila luce all’orizzonte, per una risalita, per un risorgere alla normalità. Lavori a rilento o sospesi; e il silenzio delle Istituzioni. Per le quali, forse, un concerto o uno spettacolo teatrale, che pure hanno una certa valenza, sono da considerare  più delle problematiche vere che urgono.

Sfigurato il volto della città di Soverato. La sua economia al collasso. Le preoccupazioni, le inquietudini dei commercianti debordano nella paura, in questo periodo che proietta al tempo di Natale. “Ci si è organizzati” – dicono –  ; “abbiamo investito considerevoli somme, ora senza prospettive di vendite” – lamentano. Il Presidente dell’Associazione Commercianti parla di “250 dipendenti a rischio di lavoro. Nell’ultimo semestre sono state registrate gravissime perdite di incassi”. E continua: “ Una situazione non più sostenibile. I negozi chiudono”.

Il problema coinvolge anche gli esercizi commerciali ubicati nelle traverse e nelle vie secondarie, e comunque, “fuori dalla zona dei lavori”. “ Gli acquisti sono dirottati altrove, per le difficoltà di una città resa poco fruibile”. Lo scenario che si presenta stigmatizza lo stato di una Soverato in ginocchio.

     Come ad alimentare lume di speranza, l’iniziativa voluta dall’Associazione Commercianti, che ha chiesto, per le ore 14,30 di ieri, un incontro con i responsabili dell’Ente Comunale: il sindaco Ernesto Alecci e l’assessore ai lavori pubblici Daniele Vacca. Più che un tavolo di lavoro, si è palesata una protesta, visti la presenza di tutti gli imprenditori impegnati nel commercio e il legittimo tono perentorio con cui hanno avanzato le richieste. “Ultimare entro la data improcrastinabile del 25 novembre o rendere accessibile il passaggio alle diverse attività commerciali”.

E’ breve il lasso di tempo che intercorre alla data indicata; i lavori proseguono a rilento; le risorse finanziarie pervengono a singhiozzo. Difficoltà oggettive; risposte poco chiare, assicurazioni per nulla convincenti.

Il tempo di Natale non può attendere per le sicure vendite e la crisi economica è realtà nelle serrande abbassate dei negozi. Grava pesantemente sulle famiglie, cancella le prospettive di “bellezza e di ricaduta di benefici” del restyling  avviato. “Coscienti dei benefici e della bellezza del Progetto ad opera ultimata, però…!”