di Bruna Maria Antonia Primerano

Il premier Giuseppe Conte si mostra in diretta facebook all’Italia poco dopo le undici di sera. Il suo è un volto stanco, provato ma dallo sguardo deciso, come la sua voce, rassicurante nonostante le novità che arrivano per il popolo italiano siano più stringenti.

Il primo pensiero viene rivolto alle vittime di questi giorni, ai morti di Bergamo e di tutte le corsie di ospedali, “piangiamo persona, storie di famiglie, non si tratta solo di numeri. Le misure adottate richiedono molto tempo prima di vederne gli effetti…ma dobbiamo resistere”.

Insistendo sull’obbligo di dover rimanere a casa, Conte aggiunge “il sacrificio di rimanere a casa è minimo rispetto a quello di altri. Pensiamo ai medici, alle forze dell’ordine, ai commessi dei supermercati, ai farmacisti, autotrasportatori, lavoratori dei servizi pubblici e dell’informazione…tutti loro compiono ogni giorno un atto di amore per l’Italia”. Non tralascia nessuno nel suo velato ringraziamento verso coloro che hanno permesso alla nostra nazione di non fermarsi completamente. Riflettiamo, se non ci fossero i supermercati aperti con le persone che ci lavorano dentro tutto il giorno, non avremmo modo di acquistare ciò di cui abbiamo bisogno per nostre famiglie. Se non ci fossero gli autotrasportatori, i supermercati di prima rimarrebbero vuoti, come anche le farmacie e tutti i servizi necessari non sarebbero riforniti. C’è infatti una fitta tela che viene tessuta ogni giorno, come una Penelope invisibile, e che ci da scaffali pieni, farmacie aperte, carburante e via dicendo. Ci viene chiesto di stare a casa, quando i nostri medici, infermieri, Oss, farmacisti, sono in prima linea a combattere col virus e li faremmo lavorare meglio se non ci fossero i contagi, se le persone non si spostassero da un capo all’altro della penisola o della città, se prima di agire, riflettessimo un po’meglio senza egoismo e menefreghismo.

Successivamente, il premier annuncia le nuove misure restrittive, come la chiusura di tutte le attività produttive non necessari a garantire i servizi essenziali “abbiamo lavorato con sindacati e associazioni di categoria per capire chi far rimanere aperto. Lo faranno i supermercati, i negozi di alimentari e di prima necessità. Non ci sono restrizioni sui giorni di apertura, non fate la corsa agli acquisti, non create code. Saranno aperte farmacia, parafarmacie, servizi bancari, postali, finanziari e di trasporti. Si lavorerà solo con smart working. Rallentiamo il motore produttivo del paese ma non lo fermiamo”. Quindi vengono assicurati ancora tutti i beni di prima necessità, con supermercati riforniti, senza bisogno di lunghi fiumi di persone coi carrelli, a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi in Italia, ma anche all’estero, basta pensare al caso della Francia.

Infine, Giuseppe Conte conclude “L’emergenza sanitaria è anche economica, ma…lo Stato c’è! È qui! Le misure ci consentiranno di ripartire. Stringiamoci forte come gli anelli di una catena per proteggere la vita. Le rinunce di oggi, che sembra ci facciano tornare indietro, ci consentiranno di prendere la rincorsa e di tornare alla normalità. Rinunciamo alle abitudini più care perché amiamo l’Italia! Uniti ce la faremo!”