“Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria
civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria.“
Cento anni or sono le spoglie di un milite dall’identità ignota furono traslate nel Monumento a Vittorio Emanuele o Vittoriano in Roma che diventa ed è chiamato per sineddoche Altare della Patria.
La tomba del Milite ignoto
Per l’occasione Il Comune di Bova Marina, in onore e memoria di tutti i caduti e dei propri caduti conferisce la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto.
Domani 3 novembre alle 16:00 il Consiglio Comunale dedicato.
Giovedi 4 novembre alle ore 10:30 in Piazza Municipio la Cerimonia in occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Nel sito del Ministero della Difesa si legge quanto appresso
Esattamente 100 anni fa, il 4 novembre 1921, ebbe luogo la tumulazione del Milite Ignoto nel sacello dell’Altare della Patria.
Dopo la 1^ guerra mondiale, le Nazioni che vi avevano partecipato vollero onorare i sacrifici e gli eroismi delle collettività nella salma di un anonimo Combattente, caduto armi in pugno. In Italia l’allora Ministero della guerra dette incarico ad un’apposita commissione di esplorare tutti i luoghi nei quali si era combattuto e di scegliere una salma ignota e non identificabile per ognuna delle zone del fronte: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare.
Undici salme, una sola delle quali sarebbe stata tumulata a Roma al Vittoriano, furono trasportate nella Basilica di Aquileia. Qui venne operata la scelta tra undici bare identiche. A guidare la sorte fu chiamata una popolana di Trieste, Maria Bergamas, il cui figlio Antonio – disertore dell’esercito austriaco e volontario nelle fila italiane – era caduto in combattimento senza che il suo corpo potesse essere identificato.
Il Feretro prescelto fu trasferito a Roma su ferrovia, con un convoglio speciale a velocità ridotta sulla linea Aquileia-Venezia-Bologna-Firenze-Roma, ricevendo gli onori delle folle presso ciascuna stazione e lungo gran parte del tracciato.
Tutte le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei Caduti, con il Re in testa, e le Bandiere di tutti i reggimenti attesero l’arrivo del convoglio nella Capitale e mossero incontro al Milite Ignoto per renderGli solenne omaggio.
Il Feretro fu poi scortato da un gruppo di dodici decorati di Medaglia d’Oro fino alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, al cui interno rimase esposto al pubblico.
L’epilogo avvenne il 4 novembre 1921 con una solenne cerimonia.
Più di trecentomila persone accorsero per quel giorno a Roma da ogni parte d’Italia e più di un milione di italiani fece massa sulle strade della Capitale.
Il corteo avanzò lungo Via Nazionale, lungo la quale erano rappresentati i soldati di tutte le armi e di tutti i servizi dell’Esercito.
Dinanzi al gran monumento, in piazza Venezia, uno smisurato picchetto fu schierato in quadrato, mentre 335 Bandiere dei reggimenti attendevano il Feretro.
Prima della tumulazione, un soldato semplice pose sulla bara l’elmetto da fante.
I militari presenti e i rappresentanti delle nazioni straniere erano sull’attenti, mentre tutto il popolo in ginocchio.
Il feretro del Milite Ignoto veniva quindi inserito nel sacello e così tumulato presso quel monumento che poteva ora ben dirsi Altare della Patria.
Le Forze Armate sono al servizio della Repubblica. Questa è la formula utilizzata dalla legge peresprimere, nella forma più alta e profonda, il legame indissolubile che esiste fra le Forze Armate e l’Italia, le sue Istituzioni, il suo popolo. Esse sono al servizio della collettività e, al tempo stesso, ne sono diretta espressione, incarnandone i valori.
Con la loro presenza e il loro quotidiano agire, adempiono al sacro dovere a cui la Costituzione chiama ogni cittadino, difendere la Patria.
Fedeli a questo dettato, le Forze Armate adeguano costantemente la loro composizione, l’organizzazione e il modo di operare, in funzione delle prioritarie esigenze che scaturiscono dai compiti istituzionali che sono chiamate a svolgere.
L’Italia, con le sue Forze Armate, rimane un pilastro di stabilità nell’area euro-atlantica e nel bacino del Mediterraneo, garantendo la continua sorveglianza e la difesa degli spazi sotto la propria sovranità e contribuendo alla sicurezza degli alleati, nel quadro dei trattati in vigore.
Concorre, con un ruolo di primo piano, alla sicurezza internazionale, partecipando con i propri Contingenti militari alle principali operazioni militari di stabilizzazione. Ogni giorno, più di 7000 militari italiani compiono il loro dovere nei diversi Teatri di crisi, lontano dalla madrepatria, in condizioni quanto mai gravose e rischiose. Questo oneroso impegno si va ad aggiungere alle attività condotte in Patria, senza soluzione di continuità, per lo svolgimento dei compiti istituzionali assegnati alla Difesa, sempre presente ed attiva anche nei casi di straordinaria necessità e urgenza.