Ruffa (Ass. Radicale Nonviolenta Abolire la miseria):
“Per la vita di Radio Radicale, digiuno anch’io con la forza della verità per sostenere il Movimento 5 Stelle a rinnovare la convenzione delle dirette che garantiscono ai cittadini il diritto di conoscere“
“Ho constatato che il Movimento 5 Stelle – che dello streaming, delle dirette e della trasparenza aveva fatto una bandiera valsa molto consenso elettorale – in realtà si dimostra un “movimento” illiberale che nega il diritto dei cittadini di conoscere (per poi deliberare) ciò che davvero avviene dentro le Aule il Parlamento“.
Rocco Ruffa, tesoriere dell’associazione radicale nonviolenta Abolire la miseria – 19 maggio, in una nota l’esponente radicale torna ad occuparsi di Radio Radicale.
“Per amore della verità e del diritto di tutti i cittadini a conoscere per deliberare”, si legge ancora nel comunicato, “il mio digiuno si unisce a quello già in corso da parte di tanti compagni del Partito Radicale, a quello di Maurizio Bolognetti (che dopo 79 giorni ha dovuti interrompere), di Rita Bernardini e di Roberto Giachetti, quest’ultimo anche in sciopero della sete, tutti per chiedere che il ministro Di Maio e il Governo trovino una soluzione per non interrompere quello che anche l’AGCom, qualche giorno fa, in una nota inviata al Governo, ha detto essere, quello di Radio Radicale, un servizio pubblico di interesse generale che non può essere interrotto”.
Così Ruffa, già componente del comitato nazionale di Radicali Italiani e militante del Partito Radicale Nonviolento di Marco Pannella, annuncia il “suo” sciopero della fame e della sete volto a scongiurare la chiusura della Radio Radicale.
Ieri, 21 maggio, le commissioni congiunte “bilancio e finanze” di Camera e Senato hanno giudicato inammissibili gli emendamenti al “dl crescita” in discussione, presentati dalla Lega e volti a prorogare la convenzione tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Radio Radicale. Inammissibili è stato il risultato e la parola ora è passata ai ricorsi che dovranno essere esaminati.
“Nell’archivio di Radio Radicale – afferma ancora Ruffa nel suo comunicato – sono archiviati 40 anni di vita democratica del nostro Paese, compresi i comizi dei “5 stelle”, i “vaffa-day” di Beppe Grillo e le altre centinaia di migliaia di registrazioni di tutti i partiti, dei dibattiti e dei congressi, che consentono – ma non è detto che in futuro sarà ancora così – gratuitamente a qualsiasi cittadino di ascoltare e conoscere non solo l’attualità politica ma la Storia del nostro Paese; Radio Radicale incarna quel motto “conoscere per deliberare” che per Luigi Einaudi rappresentava l’unica garanzia che il voto di ogni cittadino fosse consapevole. Inammissibile è solo la chiusura della Radio“.
“Per questo,” conclude Ruffa, “dalla mezzanotte di ieri 21 maggio 2019, ho deciso di intraprendere uno sciopero della sete così, in sostegno di Roberto Giachetti che non mangia e non beve da 6 giorni, affinché Parlamento e Governo concedano la proroga della convenzione chiesta pure dalla Autorità per le Garanzia nelle Comunicazioni“.