L’angolo della satira  

La via difficile della satira politica – Lo Spazio Bianco

 

ZONA ROSSA-ZONA NERA-BANDIERA BIANCA

 

Pennello e vernice naturalmente rossa o bomboletta spray, con quanta leggerezza e tranquillo entusiasmo scrivevo ZONA ROSSA su alcuni muri di Lembo da militante dell’allora sezione del PCI di Berlinguer! Ora nella zona rossa ci siamo tutti  ammalloppati e ” lockdownizzati “; che tristezza!

Quante rose rigorosamente rosse si sono regalate alla donna amata? Chi non sa che il rosso è il colore dell’amore? Per noi militanti (di epoca giurassica) il rosso era il colore dell’avvenire sognato, della gioia di vivere per migliorare sempre più il mondo anche per chi sarebbe venuto dopo di noi ed ecco il colpo insensato e proditorio: il rosso scelto per indicare posto e momento assalito dal morbo con gente che non sogna più e magari inneggia ad un passato triste (e nero):scelta infelice e memoria corta.

Il nero, appunto, in via Sbarre al calar della sera, c’è un nero che più nero non si può, un misterioso virus, più micidiale del covid- 19, ha colpito sette lampioni della pubblica illuminazione, un rompicapo incredibile alla cui soluzione hanno lavorato i mgliori tecnici nostrani, ruspanti e stranieri senza approdare a nulla; ma al Comune, non si sono dati per vinti e pare avessero contattato niente po’ pò di meno che, uno scienziato del CERN in Svizzera; attualmente però impossibilitato a venire per l’aggravarsi dell’epidemia.

Uno sconfortato Fusinato scrisse l’ultima ora di Venezia assediata ma un pensierino ci potrebbe stare anche per Sbarre: “il morbo infuria/il pan ti manca/sul ponte sventola/bandiera bianca”; ma da noi, può non esser così perché, se oltre il morbo si scatena Giove Pluvio, Cacalupo,  il vallone che non c’è più, la bandiera bianca e magari non solo quella, se la porterà con sè.
Ma…andrà tutto bene.