La chiesa profumata d’incenso e di silenzio. Nella penombra che l’attraversa tutta e la ridisegna nelle linee neoclassiche, che le conferiscono solennità e ne esaltano le suggestioni. Il tempo appare fermo, sull’attesa e sulla bellezza: “niente di più che il mondo che entra per la porta dell’anima”(M. Goldin). Una sorta di Avvento. E di lume di luce diffusa dall’opera scultorea. Elemento visivo coniugato allo spirito, che prende il nome di infinito.

Compie 100 anni, la statua lignea della Madonna della Luce di Montepaone. Dopo un secolo, si presenta intatta: nessun cedimento del tempo sui tratti delle sembianze e delle forme scolpite, sulle tonalità e sulle sfumature dei colori, sulla effusione di spiritualità e di bellezza da cui la materia ha preso vita. “Scolpita a Satriano A.D.1819”, è scritto nell’epigrafe, sulla base della statua a tutto tondo. Rappresenta la Madonna, che porta nella mano destra una fiaccola e sul braccio sinistro Gesù Bambino, portante a sua volta il globo terrestre, sul quale si eleva una croce. Elementi decorativi presenti nella simbologia iconografica cristiana. “Tute le religioni impiegano un linguaggio simbolico o delle immagini per rappresentare concetti che è impossibile definire o comprendere completamente”(Jung, L’uomo e i suoi simboli”.

L’evento è stato organizzato dall’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace e dall’Associazione “Centro Storico” di Montepaone, pittoresco borgo medievale, affacciato sul Golfo di Squillace, sulla costa jonica catanzarese.

Ha introdotto i lavori il Vicario parrocchiale Don Polycarp Okey Ochiez: parole di saluto, arricchite da spunti significativi sul senso celebrativo e sul culto afferente alla sacra effigie.

Di Storia e d’Arte il percorso espositivo elaborato dal Prof. Oreste Sergi Pirrò: un excursus concentrato sullo stile artistico e sulle opere degli scultori Drosi, che significativamente segnarono la storia dell’Arte scultorea in Calabria.

E’ stato ricordato che ricade, in questo anno che volge alla conclusione, il 90° anniversario della morte di Pietro Drosi e il 50° della morte di Michelangelo Drosi. Al di là del dato biografico, essi hanno saputo creare opere di singolare bellezza.

Ogni artista crede nell’eternità dell’arte e nella formula di verità in essa contenuta. E’ la luce che riscatta la bellezza dal tempo e dalla morte.