Ad indagini concluse, la Procura della Repubblica di Vibo Valentia chiede il processo per 20 dipendenti

Un assenteismo intollerabile, quello consumato al Distretto Sanitario di Serra S. Bruno. Luogo permeato di spiritualità profonda sulle orme di Brunone di Colonia, che qui fondò la Certosa , famosa per la sua Arte e per la sua Cultura, crogiolo di religiosità ad ampio respiro.

A conclusione delle indagini, avviate da circa un anno, non ha dubbi la Procura della Repubblica di Vibo Valentia sulle responsabilità dei 20 indagati, per i quali, la stessa Procura, ha chiesto il processo.

Tutti in servizio presso il Nosocomio cittadino; tutti “regolarmente” presenti nel proprio specifico ruolo. Mentre, invece, preferivano un altro “dove”, cui dedicare il proprio tempo. Per tutti, l’accusa di “ingiustificato assenteismo”; per tutti, “l’ipotesi di reato di truffa aggravata e continuata e di falso nelle attestazioni di prestazioni lavorative”.

Coinvolti medici, personale paramedico, operatori amministrativi. Per essi, l’Azienda Sanitaria Provinciale aveva già provveduto, con atto amministrativo formale, alla sospensione provvisoria dal servizio senza stipendio e l’applicazione di sanzioni pecuniarie pari al corrispondente delle ore di lavoro non prestate e retribuite.

Uno stile di comportamento che ha destato sconcerto e sgomento in città e nell’hinterland dell’importante centro delle Serre Vibonesi. Un sistema di condotta irresponsabile ed inquietante, in quanto riferita a chi deontologicamente ed eticamente ha l’obbligo di ottemperare al proprio dovere e per chi, soprattutto, quotidianamente, deve confrontarsi con la sofferenza, con la fragilità dell’uomo.

Marie von Ebner-Eschenbach scrive: “Sotto il soffio della sofferenza si sviluppano le anime”. Ma non vale per tutti.