“Il dibattito sul regionalismo va colto come occasione di rilancio del decentramento nell’accezione di opportunità e di sviluppo per i territori che, pur nella cornice unitaria, devono essere posti nelle condizioni di valorizzare – con l’attribuzione della competenza esclusiva in determinate materie – le specifiche vocazioni e potenzialità, come per la Calabria, la quale potrebbe, assieme ad altre realtà del Mezzogiorno, guidare la ripresa del Paese, oggi in recessione e contro un’Italia a più velocità che l’attuazione del regionalismo differenziato rischierebbe di produrre”.

È quanto dichiara il consigliere regionale Alessandro Nicolò che aggiunge: “Fu per prima la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ad esprimere netta contrarietà al progetto di regionalismo differenziato ed a rappresentare le ragioni di un dissenso la cui fondatezza si basa su obiettive ragioni e valutazioni, paventando in particolare l’aumento del solco che già divide le regioni in affanno da quelle più avanzate in termini di servizi e di opportunità”.

“Si profila l’ipotesi di un federalismo che in realtà nasconderebbe una secessione velata. Davvero un controsenso per un’Italia che poi nei fatti lacera quella coesione unitaria che dovrebbe costituire lo zoccolo duro sovranista in un contesto globale per avere, sia pur nelle diversità, maggiore compattezza e voce in capitolo nei processi europei e nello scacchiere internazionale” – afferma l’esponente politico.

“Occorre promuovere un rinnovato protagonismo delle realtà locali che in una cornice di globalizzazione – aggiunge – consenta di conseguire obiettivi di perequazione economica, infrastrutturale e sociale e di uguaglianza nell’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini”.

“Il ripensamento del sistema Stato-Autonomie Locali dovrà assicurare maggiore sussidiarietà e cogestione del livello centrale e dei livelli periferici: è questo lo spirito che deve animare qualsiasi progetto di riforma” – prosegue il consigliere regionale.

“I contenuti della mozione presentata prima da Fausto Orsomarso, e successivamente, i contributi degli altri colleghi – evidenzia – rappresentano una traccia per un lavoro che ci dovrà vedere impegnati in sinergia con le altre Regioni del Sud per soluzioni condivise a difesa non solo della tutela dei diritti già negati alle nostre popolazioni ma per sfruttare l’opportunità di rilanciare e promuovere condizioni di sviluppo per l’intero Meridione”.