Uno degli appuntamenti del “Rhegium Opera Musica Festival”, frutto della sinergia tra l’Associazione Culturale Traiectoriae e la Diocesi Locri-Gerace, in particolare l’Ufficio Liturgico  

Sabato 15 dicembre verrà eseguita, presso la Basilica Concattedrale Santa Maria Assunta di Gerace, la “Messa dell’Incoronazione della Vergine” in Do Maggiore – k. 317 di Wolfgang Amadeus Mozart.

Si esibiranno Ilenia Morabito, Andreina Drago, Didier Pieri e Giuseppe Zema, sostenuti dal Coro Lirico Francesco Cilea e dal Coro Polifonico Santa Maria Assunta della Cattedrale di Gerace.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro Francesco Cilea, il M. Alessandro Tirotta.

Il concerto, uno degli appuntamenti della Stagione 2018-2019 del Rhegium Opera Musica Festival, è frutto della sinergia tra la Diocesi Locri-Gerace per la valorizzazione dei beni architettonici della diocesi stessa, in particolare l’Ufficio Liturgico, di cui Don Nicola Commisso Meleca è direttore, e l’Associazione Culturale Traiectoriae. Si tratta del primo di una serie di eventi culturali e religiosi che interesseranno la Concattedrale Santa Maria Assunta di Gerace che, dall’8 settembre scorso, è stata elevata a titolo di Basilica Minore.

“Questo concerto rappresenta il primo momento culturale pubblico dopo l’elevazione a titolo di Basilica Minore della Concettedrale Santa Maria Assunta. Il nostro Vescovo, Mons. Francesco Oliva, aveva  presentato, nel luglio scorso, un’istanza alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, appunto per chiedere questa elevazione. L’istituzione pontificia suddetta l’8 settembre 2018 ha dato parere favorevole con emissione del decreto ad hoc, reso noto l’1 novembre. Il 5 gennaio Monsignor Nunzio Galantino, Presidente dell’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), in qualità di delegato Papale, presiederà l’Eucarestia per solennizzare l’evento. Siamo quindi molto orgogliosi di poter trasformare questo concerto in un evento capace di sigillare un momento storico importantissimo per la nostra Diocesi”, afferma don Nicola Commisso.