Francesco parla ai membri del Pontificio Collegio Pio Latinoamericano e li invita a lavorare per “guarire il mondo dal grande male che lo affligge”: davanti al virus il mondo riufiuta il dialogo, aiutate tutti ad “aprire la porta del cuore”, a prendersi cura delle persone perché “il sentimento di fraternità prevalga su ogni differenza”

“Create uno spazio dove Dio e il prossimo possono incontrarsi”, soprattutto “curate dal basso” i cuori di chi si chiude per timore della pandemia. Il Papa affida alla famiglia del Collegio Pio Latinoamericano il compito della testimonianza generosa contro ogni discriminazione. Prima di dare inizio alla lettura del suo discorso, in lingua spagnola, Francesco ascolta le parole che il padre gesuita Gilberto Freire, rettore della comunità del Collegio pontificio, gli rivolge per illustrargli le sfide che l’Istituto deve affrontare nella volontà di mantenersi fedele alla propria missione e cioè formare sacerdoti al servizio del “Popolo di Dio che peregrina in America Latina”.

No ai nazionalismi autoreferenziali ostacoli alla fraternità

Il Collegio, osserva da parte sua Francesco, nasce come un impegno a unire le Chiese particolari del Sud America e insieme ad aprirle alla Chiesa universale. “Questa esperienza di comunione e di apertura è una grande sfida – afferma – poiché l’esempio del meticciato che ha reso grande l’America, e che si vive nella comunità plurale che voi formate, può contribuire a guarire il mondo”. Il Papa ricorda poi che il Vangelo, annunciato in quelle terre con mezzi “non esenti dal peccato”, si è diffuso perché i diversi popoli seppero accoglierlo. E prosegue:

Questo miracolo si produsse perché sia quanti giungevano sia quanti li accoglievano furono capaci di aprire il cuore e non si chiusero a ciò che l’altro poteva offrire, a livello umano, culturale o religioso. Queste radici meticce nascono da un cuore capace di amare l’altro con un amore fecondo, ossia disposto a creare qualcosa di nuovo che lo superi e lo trascenda. Ciò presuppone che si rifiuti la propria autoreferenzialità. Oggigiorno, non solo in America, ma nel mondo, a impedire l’incontro fraterno tra i popoli sono i nazionalismi autoreferenziali, chiusi in sé stessi e guardando a sé stessi. A noi viene chiesto di rifiutare l’autoreferenzialità e, a partire dalla nostra identità propria, poter così diffondere il dono ricevuto.

Il meticciato culturale si produce ancora oggi, osserva il Papa: i popoli latini s’incontrano tra loro e con altri popoli “e da questo incontro escono anch’essi arricchiti”. In questo contesto, prosegue, voi siete chiamati a seminare la Parola, e su questo “devono incidere la vostra formazione e il vostro ministero”.

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