Nel campo per famiglie di rifugiati sull’ isola di Lesbo, corsi di inglese e di greco, coordinati dal presidio di Caritas Grecia, per una integrazione dei migranti: Attività interrotte solo per poco tempo a causa del Covid-19

A Kara Tepe, struttura sulla costa di Lesbo, non ci sono migranti, ma ospiti. Il campo di accoglienza per famiglie di rifugiati in difficoltà è diventato un luogo-simbolo di efficienza in tema di trattamento e di integrazione. Una situazione molto diversa da quella del 2015, quando sulle coste orientali si riversarono sull’isola greca oltre 7.000 persone al giorno.

Il Covid non ha interrotto le lezioni

Il Covid ha interrotto solo parzialmente le attività, soprattutto quelle formative. Un autentico punto di forza coordinato da Caritas Grecia che, grazie ad uno staff di professionisti, ha puntato sull’uso della leva culturale e dell’istruzione per il rilancio della convivenza civile. Le lezioni di inglese e greco vengono seguite da ben 16 gruppi, ognuno dei quali formato da sei studenti. E in tempo di pandemia si è fatto ricorso anche alla Didattica a distanza e alle lezioni on line.

Il presidio di Caritas Grecia

Le lezioni in presenza si svolgono all’interno del centro educativo della Caritas ed è l’unico presidio del genere aperto a Kara Tepe che propone corsi di lingua inglese fino al livello A2. Al termine del percorso, i discenti sostengono un esame finale e, in caso di esito positivo, ottengono la certificazione del British Council. Garantiti anche i corsi di conversazione della durata di uno o due mesi.

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