In un documento congiunto, alcuni movimenti e realtà del territorio hanno chiesto all’Università di proporre una mozione per lo studente egiziano Patrick Zaki, arrestato in Egitto lo scorso Febbraio. I firmatari chiedono inoltre di tornare a esporre lo striscione “Verità per Giulio Regeni”, rimosso nei mesi scorsi

“Sosteniamo Patrick Zaki”. È questo l’appello che 16 tra associazioni e movimenti politici lanciano ai cittadini e alle istituzioni. Zaki è uno studente di origine egiziana dell’Università di Bologna, arrestato l’8 febbraio scorso in Egitto per presunta propaganda sovversiva e diffusione di notizie false, ed ancora oggi in prigione. Sinora a firmare l’appello sono Volt, Emergency Messina, Legambiente Messina, La Comunità per lo Sviluppo Umano, Cambiamo Messina dal Basso, Link, Abarekà Nandree OdV, Soka Gakkai Messina, Human, Italia Nostra, ArticoloUno, Anymore ONLUS, ARCI “Thomas Sankara”, ANPI Messina, SAE Messina, Piccola Comunità Nuovi Orizzonti.

“Chiediamo al Rettore dell’Università degli Studi di Messina di proporre al Senato Accademico una mozione di solidarietà a sostegno di Patrick Zaki, così come è stato fatto in altri Atenei” – scrivono in un documento congiunto i firmatari dell’appello – “chiediamo inoltre all’Università e al Comune di Messina di esporre lo striscione “Verità per Giulio Regeni”, che era stato rimosso nei mesi scorsi dalla facciata di Palazzo Zanca”. Lo striscione fa parte della campagna di Amnesty International, che chiede giustizia per il giovane cittadino italiano, studente di dottorato presso l’Università di Cambridge, il cui corpo fu ritrovato il 3 febbraio 2016 in Egitto con evidenti segni di tortura; nel suo omicidio diversi indizi riconducono ad apparati dello Stato egiziano.

Nei prossimi giorni le associazioni avvieranno una serie di iniziative di sensibilizzazione in città  per richiamare l’attenzione dei cittadini e delle autorità italiane sui casi di Patrick e di Giulio: “due nostri colleghi, fratelli, figli, per i quali chiediamo verità e giustizia ed un’azione più forte del nostro Paese nei confronti del governo egiziano”.