Tra qualche ora avremo visto “l’ultimo atto”. Tra qualche ora, infatti, si riunirà il Consiglio Regionale della Calabria, con ogni probabilità l’ultimo Consiglio Regionale della Legislatura 2014-2019.

All’ordine del giorno non c’è traccia della proposta di legge sulla nuova legge elettorale, resa necessaria dalla Costituzione, da una Direttiva Europea e dalla legge n. 20 del 2016, che “impone” di introdurre nelle leggi elettorali “misure di riequilibrio per favorire la parità di genere”; traducendo in maniera più comprensibile, si tratta di introdurre il limite massimo delle candidature di genere nelle liste dei candidati e della “doppia preferenza”.
“Novità” per la Regione Calabria, ma ormai “normalità” sia nelle elezioni comunali sia nella maggior parte delle Regioni.

In Calabria si continua a rinviare in un modo o nell’altro l’introduzione della “nuova” normativa nella legge elettorale vigente, ormai vecchia e “non più a norma”.
Si continua a rinviare da circa 10 anni, da quando cioè furono presentate le proposte di legge mirate a modificare la “vecchia” legge elettorale, in considerazione del fatto che nel 2010, per prima in Italia, la Regione Campania aveva modificato la legge elettorale, introducendo le novità per il riequilibrio della parità di genere.
Si continua a rinviare da circa 10 anni, da parte di una maggioranza di Consiglieri Regionali solidali in maniera politicamente trasversale, solidali nell’intento di rinviare “sine die” l’introduzione delle nuove regole e dei nuovi principi.

Si continua a rinviare nonostante il fatto che tecnicamente e politicamente basterebbero due brevi passaggi istituzionali per approvare la nuova legge: una riunione della Commissione per gli Affari Istituzionali ed una riunione del Consiglio Regionale. Due passaggi semplici e veloci.
Se si continua a rinviare, la ragione è “una ed una sola”.

 

MANCA LA VOLONTA’ POLITICA.

MANCA UNA MAGGIORANZA che abbia la VOLONTA’ POLITICA.

Giunti a quest’ultima scadenza istituzionale (l’ultimo Consiglio Regionale di oggi, giovedì 28 novembre 2019) rivolgo un ultimo pressante appello a TUTTI i Consiglieri Regionali.
Rispettate il principio costituzionale che vi è imposto dall’articolo 54 della Costituzione, articolo che vi obbliga ad adempiere alle vostre funzioni con “DISCIPLINA ed ONORE”.
Davanti a voi tutti, davanti a ciascuno di voi si aprono due strade :
– la prima è quella di rispettare la Costituzione e le leggi, introducendo “misure di riequilibrio della parità di genere” in una Regione che vede solo una donna in Consiglio Regionale;
– la seconda, che non mi auguro e non vi auguro, è quella di continuare nelle Istituzioni a non rispettare gli obblighi che le Istituzioni vi impongono, e quindi assumere la responsabilità di determinare una gravissima situazione : andare al voto del 26 gennaio 2020 per rinnovare il Consiglio Regionale sulla base di una legge “illegittima”, di una legge cioè che i Costituzionalisti definiscono “incostituzionale per motivi sopraggiunti”.

Non assumetevi la responsabilità che questa legislatura si concluda con il marchio della “peggiore legislatura” da quando l’ordinamento Regionale fu introdotto (nel 1970).
Tutti i Costituzionalisti da me consultati, calabresi e non, mi hanno confortato e supportato nel sostenere le tesi contenute in quest’appello che vi rivolgo.
Nella malaugurata ipotesi di elezioni regionali svolte sulla base di una legge elettorale divenuta ormai “incostituzionale”, l’ANPI di Reggio Calabria si rivolgerà ai migliori Costituzionalisti ed ai migliori esperti in materia per impugnare i risultati di elezioni regionali svoltesi contro le leggi vigenti e la Costituzione.

Mi auguro per le cittadine ed i cittadini calabresi che non continuiate ad essere sordi ai principi ed ai valori della nostra Carta Costituzionale.

Per il Comitato Provinciale    Il Presidente      Sandro Vitale