Non svegliate il pastore che dorme

Raccontami una storia mamma, come facevi un tempo. Una favola calda che faccia bene al cuore come una sciarpa di lana lavorata a mano dalla nonna. Siediti accanto a me ed intreccia le parole con la dolcezza del tuo sguardo e la leggerezza dei tuoi occhi.

«C’era un paese lontano, dove il pensiero si perde tra le cime innevate dei monti e le casette sono piccole e raccolte per riscaldare i cuori infreddoliti dai forti venti di bufera invernale. Era il paese di Virusfree, adagiato sulle pendici della montagna più alta della regione dei ghiacci ed affrontava le raffiche di vento dicembrino con l’unica aspettativa delle imminenti festività che avrebbero coinvolto ogni singolo abitante negli impegnativi meccanismi di allestimento della Natività. Nessuno sfuggiva alla potente macchina organizzativa capeggiata da Padre Otto Johansen e coadiuvata dal Sindaco Mr Sten Ohlsen. Amici sin dai tempi della scuola avevano fatto dell’evento natalizio una propria mission coltivata durante i caldi mesi estivi.

“Quest’anno sarà diverso Sten, dobbiamo modificare tutto” disse Otto una sera vicino il fuoco appena acceso.

Ma Sten coltivava ancora la speranza, esile come un filo, che il Presepe vivente potesse inscenare la tradizionale performance natalizia come da copione.

“Guardalo Benino dormiente, basterebbe entrare nella sua coscienza sospesa tra visione e realtà ”

“Ma Sten! Forse bisognerebbe svegliarlo, lui sogna il bimbo in arrivo”.

“Otto, Benino è rimasto così dormiente per secoli. È questo il suo ruolo, dorme e vive sospeso attraverso il velo dei suoi occhi e intanto il mondo si rinnova ai suoi piedi, tra quell’erba bassa sulla montagnola dove lui giace guardando la grotta”.

Nel  frattempo Benino sognava carovane di pellegrini che giungevano in quel posto fatato dove l’evento avrebbe avuto luogo e dove il nascituro avrebbe guarito tutti dalla grave malattia che stava decimando buona parte della popolazione mietendo vittime ogni giorno. Le carovane giungevano dal nord dove il freddo pungente costringeva uomini e renne ad un ritmo serrato, al soffio del vento gelido verso Virusfree, il paese del Presepe Vivente. Dalla sua altura, i suoi occhi si muovevano giù verso la grotta, tra mille viottoli, discese e dirupi e la mente percorreva cunicoli e sentieri giù dalla collinetta dove giaceva dormiente. Un re scendeva dal cavallo: portava una scatola incastonata d’oro e gemme preziose e magiche e salvifiche essenze si sprigionavano dal suo interno, come un elisir.

Benino restava sospeso tra veglia e sonno mentre la scatola si apriva ai piedi della grotta ma la sua mente a tratti perdeva coscienza e contatto con la realtà e la visione non era chiara. Desiderava aprire gli occhi ma sentiva che il suo posto era lì, da quella sommità mentre costruiva il suo magico desiderio di guarigione e di pace. Il suo posto era lì a creare una storia di salvezza.

“Otto ma hai visto lo sguardo di Benino? Abbiamo scelto veramente bene quest’anno!”

“Sì Sten, hai ragione. Ci siamo riusciti ancora una volta. Mi togli un dubbio?”

“Ma certo!”

“Cosa c’era in quella scatola che hai portato via così segretamente?”

“E’ un segreto Otto, ma se vuoi ti racconto il finale, almeno quello che io penso sarà il finale”

“Posso indovinare Sten, sono certo che ancora una volta il nostro Presepe salverà il Natale, vero?”

E non c’erano venti abbastanza freddi a eliminare il calore delle loro anime mentre Otto e Sten si avviavano ormai guariti verso le loro piccole ma accoglienti case.

E il sogno di Benino continua e si ripropone uguale, anno dopo anno. Secondo la leggenda il Presepe avrà vita finche il pastore continuerà a dormire e la neve fioccherà lieve sul suo viso immerso in un sonno senza tempo.»

Anche tu, chiudi gli occhi e continua a sognare. C’è una scatola magica ed un bimbo che attende.

Buon Natale!