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Quando si tratta di fare delle scelte, tutti sono convinti di essere abbastanza colti ed intelligenti da essere capaci di prendere delle decisioni autonome. Che le decisioni le prendano da soli è quasi sempre vero, quello che invece non è vero è che non siano vittime di distorsioni o, se preferite, di manipolazioni di cui sono inconsapevoli malgrado l’esperienza, gli studi, l’assetto culturale che vantano, o semplicemente per superficialità.

Si tratta di capire che si sceglie in base alle conoscenze che si hanno e alle informazioni che si ricevono: a informazioni sbagliate, insufficienti, ingannevoli, seguono decisioni sbagliate.

I media possono limitare la libertà delle persone in modo sottile e difficile da riconoscere. Spesso si fa ricorso all’informazione surrettizia: si stralcia una “verità” da un contesto portando a conclusioni errate come se si fosse affermato il falso. “Mi ha morso un cane”, si è vero, “Ho calpestato involontariamente un cane e mi ha morso”, è anche vero; tuttavia le conclusioni alle quali si arriva sono diverse.

Nella nota querelle sul “Manifesto di Ventotene” la lettura di una frase stralciata dal contesto è un clamoroso esempio di manipolazione, di informazione, di informazione surrettizia, uno stratagemma usato ad arte per spalmare fango sull’Europa, non trovando conveniente farlo direttamente, e su quelli che l’hanno ispirata, meditando da cacciati al confino dopo il carcere – nel 1941, non ora- dove erano stati privati della libertà di comunicare ma non di pensare.

“… a seconda delle circostanze la proprietà privata può essere abolita, limitata, corretta, estesa, caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio ..”

Questo avevano scritto e fatto arrivare con difficoltà, sfuggendo ai controlli in Occidente questi “pericolosi rivoluzionari”, Spinelli, Rossi e Colorni. Avevano anticipato quello che oggi è riportato negli art. 42-44 della Costituzione della Repubblica Italiana, quello che facciamo, che tutti sanno, Se si ha un pezzo di terra non è detto che si possa costruire se non è previsto dal piano regolatore e l’abusivismo edilizio è reato; se si può costruire il diritto che discende dalla proprietà è tuttavia limitato da norme; una proprietà privata può essere acquisita per interesse pubblico, espropriata; un settore economico specie se è di interesse strategico può essere nazionalizzato, quindi non lasciato in mano ai privati, ecc. Ma con esempi di manipolazione si può scrivere un libro.
– Manipolazione dell’informazione – I media possono possono scegliere le notizie e come presentarle per orientare l’opinione pubblica e influenzare scelte politiche e sociali.
– Censura e autocensura – Quando governi o grandi aziende controllano i media, idee scomode o critiche non passano e i giornalisti stessi, per evitare ritorsioni arrivano ad autocensurarsi.

-Propaganda e narrazione unica – In molti contesti, i media servono a rafforzare un’unica visione della realtà, rendendo difficile accedere a prospettive alternative. Questo può accadere in regimi autoritari, ma anche in società democratiche tramite il monopolio dei media e il controllo conseguente si arriva alla narrazione unica per rafforzare la visione cara a chi detiene il potere reale e voci alternative, se capitano, vengono bloccate sul nascere dai conduttori anche se questi si dichiarano democratici e progressisti.

– Eccesso di informazioni. Flash senza approfondimento, titoli, che che catturano l’ attenzione, disorientano e non consentono di capire a fondo, plasmando una società facilmente controllabile.
– I social ci controllano. Le piattaforme digitali mostrano contenuti, basati sulle preferenze dell’utente, individuati dagli algoritmi che le esprimono, in sostanza ti propongono quello che hanno scoperto che vuoi rafforzando le tue convinzioni e impedendo il confronto, creano pensiero dipendente. Questo si nota meglio negli acquisti: provate a cercare un servizio, un hotel, un farmaco, vi comincia ad arrivare per giorni una miriade di proposte anche da fonti non interpellate.
– Generazione di paura. Presentano in modo esagerato pericoli con lo scopo di fare accettare anche limitazioni delle libertà per la sicurezza, anticamera dell’accettazione di… poteri forti. Le vie verso le oligarchie sono infinite e lastricate di buone intenzioni, ammantate di nobili principi, libertà, democrazie, poi, senza che uno se ne accorga, si passa ai totalitarismi.


Il controllo dei media è una delle forme più potenti di limitazione della libertà, perché influisce direttamente sulla percezione della realtà e sulle decisioni individuali.

Osservate i siti che sommininistrano news, accanto ad informazioni storico-culturali plausibili, utili per ammantarsi di credibilità, ci propinano considerazioni e insinuazioni coerenti con la loro strategia, latente per i più, ma funzionale a quella politica del fango utile alla proprietà delle testate, alcune apparentemente italiane ma, se andate a fondo, è solo l’apparenza, basta cercare dove risiede, per così dire, “la casa madre”.

Lo scopo è creare “bias” cognitivi, cioè distorsioni nella valutazione degli avvenimenti, con il risultato di creare visioni non corrispondenti alla realtà.

Il ruolo preponderante lo svolgono i famosi social network dietro i quali si rivelano interessi comunicativi e interessi economici cospicui, coprendo un ventaglio di interessi diversificati per età e collocazione sociale.

A partire dagli inizi del secolo, la possibilità di partecipare attivamente ha grande successo a cominciare dai giovani per poi dilagare su tutti gli strati della popolazione creando comunità di clienti per vendere prodotti, ma anche da plasmare; va ad interessare anche istituzioni per le loro comunicazioni ai cittadini.

Il fascino viene dal potersi creare un profilo e presentarsi, dal poter condividere informazioni, dal riuscire ad allargare a macchia d’olio la propria cerchia di “amici”, i famosi followers – dalle centinaia ai milioni – dal poter creare gruppi e gestire eventi, dall’utilizzo di applicazioni, dalla possibilità di ritrovare conoscenti, dopo molti anni di contatti perduti.

Ma ecco i più utilizzati.

Facebook

Con oltre 3 miliardi di utenti, di emanazione USA, ha sede a Menlo Park-California, quotato in Borsa, il più grande al mondo dove gli utenti si registrano con la loro identità e il loro account e quindi possono anche ritrovarsi, si scambiano opinioni, foto, ecc. Le aziende fanno conoscere i loro prodotti e gli interessi, propongono attività per ottenere informazioni e dati dei potenziali clienti.

Linkedin

E’ un network professionale, in borsa dal 2011 e con oltre 800 milioni di utenti nel mondo che creano “contatti”, che consentono di far conoscere il loro profilo e quindi le competenze. Ogni settimana quasi 3 milioni di aziende pubblicano annunci lavorativi e più di 50 milioni vi fanno ricorso per trovare lavoro. Appartiene a Microsoft. In Italia ha sede a Milano, negli USA a Sunnyvale-California

Twitter, oggi X

Società di microblogging con più di 350 milioni di utenti singoli, società e organizzazioni attivi, per informazioni brevi, “tweets”. E’ capace di generare entrate per miliardi di dollari con una certa complessità, come modello di business, che merita un trattamento a parte. E’ di proprietà del multimiliardario americano Elon Musk. Ha sede a San Francisco e filiali a Boston e San Antonio

Myspace

Un tempo pioniere oggi è una piattaforma di intrattenimento sociale e rimane riferimento per gli utenti nel campo musicale. Offre video, musica, foto, profili, blog. Fa capo a New York e Santa Monica

Xing

Xing è un network professionale sulla falsariga di Linkedin: business network social leader. Come dice il termine network consente di creare, sviluppare e intrattenere relazioni professionali. Nasce ad Amburgo in Germania prima di diffondersi in altri Paesi come Spagna, Turchia, Cina, Austria e Italia. Interessa un’alta percentuale di utenti mondiali supportando la loro lingua madre.

VK (Vkontakte)

Simile a Facebook è un social network popolare in Russia, dove domuna, e nei paesi dell’ex-Unione sovietica, supera i 280 milioni di utenti registrati rd è disponibile in in numerose altre lingue.

QZone

E’ l’equivalente cinese di Facebook e conta più di 600 milioni di utenti

Altri social network cinesi sono attivi: Per la messaggistica Wechat e Sina Weibo; per i video Youku.

Scambio d’immagini e di video

Youtube e Vimeo sono i più noti – il primo soprattutto – primeggiano e interessano il mercato online.

Blog

Serve per comunicare utilizzando ogni forma multimediale. testi, video, immagini e suoni adattandoli agli interessi personali, di azienda, di gruppo.

Fonti: siti internet e PMI news