Habemus papam ed è tutta una gara, quando non diventa uno sproloquio, tra chi pretende di dire che papa sarà.

Non è un caso che quello che oggi è il nuovo papa inizia i suoi studi con una laurea in Scienze matematiche – studi che lasciano capacità razionali – soltanto dopo passa agli studi teologici. E’ noto per la sua capacità di sintesi: il suo primo messaggio al mondo, breve ma denso di significati, è un capolavoro di comunicazione: quello che è, e quello che ha voluto dire al mondo, è concentrato in Agostiniano, Rerum novarum, Alzare ponti, Pace disarmata e disarmante

Così la biografia ufficiale: Robert Francis Prevost, primo Papa agostiniano, è il secondo Pontefice americano, dopo Francesco, ma a differenza di Bergoglio, il 69enne statunitense Robert Francis Prevost è nato nel nord del continente ed è stato pastore nel sud dello stesso, prima di essere chiamato dal Predecessore alla guida del Dicastero per i vescovi e della Ponteficia Commissione per l’America Latina. (leggi tutto da Vatican News)

Per queste ragioni è americano non per sineddoche, essendo nato a Chicago, ma rappresenta le due Americhe, l’intero continente.

Il pensiero di Sant’Agostino, uno dei più influenti Padri della Chiesa e filosofi cristiani, può essere sintetizzato nei seguenti punti fondamentali:
  1. Dio come verità assoluta: Per Agostino, Dio è la fonte di ogni verità, bontà e bellezza. La conoscenza autentica si ottiene solo attraverso la fede e la grazia divina.
  2. Rapporto tra fede e ragione: La ragione ha un ruolo importante, ma è la fede che guida alla verità. Celebre è la sua formula: “Credo ut intelligam” (credo per comprendere).
  3. Il male come privazione del bene: Agostino sostiene che il male non è una sostanza, ma l’assenza del bene, e nasce dalla libera volontà dell’uomo che si allontana da Dio.
  4. Libertà e peccato originale: L’uomo è dotato di libero arbitrio, ma a causa del peccato originale è inclinato al male. Solo la grazia di Dio può redimerlo.
  5. La città di Dio e la città terrena: Nella sua opera De civitate Dei, Agostino distingue tra la “città di Dio”, fondata sull’amore per Dio, e la “città terrena”, fondata sull’amore per sé stessi. La storia umana è una lotta tra queste due città.
  6. Interiorità e ricerca di Dio: Agostino invita a cercare Dio dentro di sé, nella propria anima, poiché è lì che risiede la verità: “Noli foras ire, in te ipsum redi; in interiore homine habitat veritas” (Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità). QUESTA FRASE, CHE RICORDO A MEMORIA DAI TEMPI DEL LICEO, E’ EMBLEMATICA.

“Noli foras ire”: Non cercare la verità fuori di te, nel mondo esterno.
“In te ipsum redi”: Rientra in te stesso, nel tuo io interiore.
“In interiore homine habitat veritas”: Nella profondità dell’anima umana risiede la verità. La verità non è un oggetto esterno da acquisire, ma un qualcosa da scoprire dentro di sé.
In sostanza, il monito di Sant’Agostino invita a un percorso di introspezione per raggiungere la verità, piuttosto che cercare la verità nel mondo esterno, nei beni materiali o nelle relazioni sociali.

Solo a partire da sé l’uomo può giungere alla verità, all’Uno, a Dio. L’anima è il luogo dell’incontro con la verità. i parametri di giudizio non possono derivare dal mondo esterno, che è molteplice e mutevole, ma devono essere reperiti dall’anima entro se stessa. Ciò è del tutto evidente quando si pensa alla conoscenza intellettiva delle verità matematiche e geometriche: queste hanno una certezza e una stabilità ben superiori a quelLe della conoscenza sensibile. La somma di due numeri, è assolutamente evidente, e sempre identica a se stessa.

Il significato dell’enciclica Rerum Novarum in sintesi.

L’enciclica Rerum Novarum, pubblicata da Papa Leone XIII nel 1891, è considerata il documento fondativo della dottrina sociale della Chiesa. Ecco il suo significato in sintesi:

  1. Risposta alla questione sociale: L’enciclica affronta i problemi derivanti dalla rivoluzione industriale, come lo sfruttamento dei lavoratori, le disuguaglianze sociali e l’emergere del socialismo e del capitalismo liberale.
  2. Dignità del lavoro: Sottolinea il valore del lavoro umano e il diritto dei lavoratori a condizioni giuste, a un salario equo e al riposo.
  3. Difesa della proprietà privata: Pur riconoscendo le ingiustizie del capitalismo, Leone XIII difende il diritto alla proprietà privata come naturale e legittimo.
  4. Critica al socialismo: L’enciclica rifiuta il socialismo che propone l’abolizione della proprietà privata, considerandolo contrario alla dignità umana e alla libertà.
  5. Ruolo dello Stato e della Chiesa: Lo Stato deve intervenire per garantire la giustizia sociale, ma senza sostituirsi alla libertà individuale. Anche la Chiesa ha un ruolo guida nel promuovere la giustizia e la solidarietà.
  6. Importanza delle associazioni: Viene riconosciuto il diritto dei lavoratori a formare associazioni e sindacati per la difesa dei propri diritti.

Rerum Novarum ha inaugurato una lunga tradizione di insegnamenti sociali della Chiesa, ponendo le basi per successive encicliche e interventi su giustizia, lavoro e diritti umani, come Laborem Exercens o Centesimus Annus.

VISTO IL PREGRESSO C’E’ DA ASPETTARSI DA LEONE XIV UNA ENCICLICA IN SINTONIA, CONSIDERATI I PROBLEMI PER I LAVORATORI INTRODOTTI DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CHE NELLE MANI DI TURNO PUO’ DIVENTARE STRUMENTO DI SFRUTTAMENTO E DI NEGAZIONE DEL DIRITTO COSTITUZIONALE AL LAVORO.

L’espressione “costruire ponti e non alzare muri” è una metafora potente che invita a promuovere il dialogo, la comprensione reciproca e l’inclusione, piuttosto che l’isolamento e la divisione. 


Significato della Metafora
Costruire ponti: Simbolizza l’impegno a creare connessioni tra individui, culture e comunità diverse. I ponti rappresentano la volontà di superare le differenze, favorire l’incontro e la collaborazione. 
Alzare muri: Rappresenta la tendenza a isolarsi, a erigere barriere fisiche o psicologiche che separano e impediscono la comunicazione e l’empatia. I muri sono simbolo di chiusura, paura e rifiuto dell’altro. 

Contesto e Applicazioni
Questa metafora è stata spesso utilizzata da Papa Francesco, che ha esortato i giovani e la società in generale a essere costruttori di ponti, promuovendo l’amicizia tra persone di culture diverse e rifiutando le divisioni  .
In ambito personale, “costruire ponti” significa aprirsi agli altri, cercare il dialogo e la comprensione, mentre “alzare muri” può indicare la scelta di chiudersi in sé stessi, evitando il confronto e il rischio del cambiamento  .
In un’epoca segnata da conflitti e polarizzazioni, l’invito a costruire ponti è un richiamo alla responsabilità collettiva di lavorare per un mondo più unito e solidale. 
Se desideri approfondire come questa metafora si applichi in contesti specifici come la politica, l’educazione o le relazioni personali, sarò lieto di fornirti ulteriori informazioni.

L’espressione “essere per una pace disarmata e disarmante” è una formula usata spesso in ambito pacifista e in contesti religiosi, come da Papa Francesco e altri esponenti del pensiero non violento.

Il suo significato può essere spiegato così:
1. Pace disarmata
Significa rifiutare la violenza e l’uso delle armi come strumento per risolvere i conflitti. Una pace disarmata è basata su:
dialogo, diplomazia, giustizia sociale, solidarietà.

Non si basa sull’equilibrio della forza militare, ma sulla fiducia e sulla cooperazione.
2. Pace disarmante
Indica una pace che ha la forza morale e spirituale di spiazzare l’altro, anche il nemico, suscitando conversione, riflessione, cambiamento. È una pace che toglie le armi non solo materiali ma anche ideologiche e interiori: odio, vendetta, pregiudizio.
In sintesi
Essere per una pace disarmata e disarmante significa scegliere la non violenza attiva come stile di vita e testimonianza, capace non solo di non usare armi, ma anche di “disarmare” i cuori e le menti degli altri con la forza della verità, dell’amore e della giustizia.

Un esempio emblematico di chi ha incarnato la pace disarmata e disarmante è Mahatma Gandhi (1869–1948).
Ha guidato l’India all’indipendenza dalla Gran Bretagna senza ricorrere alla violenza, attraverso la non violenza attiva (ahimsa) e la disobbedienza civile.
Le sue azioni erano disarmate (nessuna arma, nessuna aggressione) ma disarmanti: mettevano in crisi morale l’oppressore, mostrando l’ingiustizia senza alimentare l’odio.
Il suo esempio ha ispirato altri leader come Martin Luther King Jr. e Nelson Mandela.

Altri esempi:
San Francesco d’Assisi, con la sua scelta radicale di povertà e fraternità universale.
Papa Giovanni XXIII, con l’enciclica Pacem in Terris, che propose un ordine mondiale fondato sulla verità, la giustizia e l’amore.

Ecco un confronto sintetico tra la visione della pace di Gandhi e quella cristiana, specialmente secondo il messaggio evangelico e il magistero della Chiesa:
1. Fondamento spirituale
Gandhi: la pace nasce dal principio indiano dell’ahimsa (non nuocere a nessuno) e dalla convinzione che Dio è verità e amore (Satya e Prem).
Cristianesimo: la pace ha origine in Cristo, “Principe della Pace”, ed è dono di Dio. La pace cristiana è fondata su amore, perdono e giustizia.
2. Metodo
Gandhi: propone la non violenza attiva (satyagraha), cioè la forza della verità vissuta con coerenza, sacrificio e fermezza, anche contro l’oppressione.
Cristiani: seguono la via del Vangelo: “Ama i tuoi nemici, porgi l’altra guancia”. Il metodo è la carità attiva e il perdono, anche nelle ingiustizie.
3. Obiettivo
Gandhi: una società libera e giusta, fondata sul rispetto reciproco, sulla tolleranza religiosa e sulla autodisciplina morale.
Cristiani: la costruzione del Regno di Dio, cioè una società di pace, giustizia, solidarietà e fraternità universale.


CHI HA LETTO FIN QUI PUO’ AVER CAPITO CHE PAPA ABBIAMO. I POTENTI DEL PIANETA E I POLITICI PER UNA STAGIONE DELLA STORIA NON HANNO DI CHE GIOIRE.

Foto di copertina da Vatican News