I molti tentativi di regime change da parte degli Stati Uniti hanno provocato conseguenze inattese, spesso peggiori della situazione precedente. Ecco una panoramica basata su casi storici ben documentati:


Iran (1953)

  • Nel 1953, la CIA e il Regno Unito depongono Mohammed Mossadegh, primo ministro democraticamente eletto, reinstallando lo Shah Pahlavi. Inizialmente pare un successo per gli interessi occidentali, ma la repressione cresce e, nel 1979, l’opinione pubblica si volta contro lo Shah, dando vita alla Rivoluzione islamica e a un regime decisamente più autoritario e ostile all’Occidente

Guatemala (1954)

  • Il colpo di Stato contro Jacobo Árbenz sostituisce una democrazia riformista con una serie di dittature, marcate da torture e repressioni. Segue una lunga guerra civile e decine di migliaia di vittime .

Cile (1973)

  • L’intervento CIA supporta il golpe che rovescia Salvador Allende per sostenere Pinochet. Ne consegue una dittatura feroce, contraria a principi democratici .

Iraq (2003)

  • L’invasione ispirata dal presunto possesso di armi di massa porta al crollo di Saddam. Ma al suo posto emergono caos, violenza settaria, milizie, e infine l’espansione dell’ISIS – con milioni di vittime civili e instabilità regionali .

Libia & Siria (2011–)

  • Dopo la caduta di Gheddafi, la Libia precipita nel caos: milizie, traffico di armi, ISIS. In Siria il sostegno ai ribelli non porta al rovesciamento di Assad, ma alimenta il conflitto civile, la presenza di jihadisti e la sofferenza umanitaria

Iran

  • Attacco in corso, Intervento ammantato da nobili propositi: evitare la proliferazione atomica !

Ricerche e analisi accademiche

  • Studi della Cato Institute e del Belfer Center confermano che i regimi cambiati con interventi esterni raramente democratizzano davvero i Paesi e quasi sempre favoriscono guerre civili, autoritarismi o collasso statale
  • Dan Reiter (Emory), basandosi su analisi statistiche, afferma che i regimi imposti da fuori aumentano di otto volte la probabilità di guerre civili

Conclusione

  1. Effetti collaterali incontrollati:
    • Le potenze rimosse spesso lasciano un vuoto che favorisce gruppi radicali, milizie o repressioni peggiori.
  2. Democrazia effimera:
    • In nessuno di questi casi si è registrata una transizione stabile verso regimi democratici duraturi.
  3. Volontà ignorata:
    • Molti di questi interventi non comprendono né costruiscono istituzioni locali, imponendo modelli fragili e spesso ostili alla popolazione.

In definitiva, la cronaca dimostra che coloro che auspicano cambiamenti rapidi e imposti dall’esterno spesso ottengono risultati che peggiorano la realtà: più violenza, più autoritarismo, più instabilità. Questo spiega perché sempre più voci – in politica e nelle competenze – chiedano di abbandonare la strategia del regime-change a favore di approcci diplomatici, graduali e rispettosi delle dinamiche interne dei paesi coinvolti.