Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime ferma preoccupazione dopo aver visionato i dati giornalieri del 27 ottobre relativi ai contagi. La crescita dei nuovi positivi è inarrestabile: il covid 19 procede spedito in regioni che prima erano state “graziate” rispetto agli enormi danni subiti dalla Regione Lombardia.
Che la scuola abbia un peso determinante circa gli effetti del contagio è ormai una certezza scomoda ma comunque comprovata da diversi studi. A quanto pare, come sostiene un’indagine commissionata da El Pais (https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/10/26/come-si-trasmette-covid-aria), anche con la mascherina in condizioni di scarsa areazione si rischia fortemente il proprio stato di salute; per non parlare poi della folle licenza di consentire agli studenti in forma statica, che non può essere garantita per cinque ore se non in caso di improvvisa pietrificazione degli stessi, di evitare di indossarla. La soluzione? Aprire le finestre con temperature invernali rigide, specialmente per alcuni luoghi.
Ora siamo a un punto di non ritorno. Lo ripetiamo da settembre che è preferibile la DaD durante la pandemia rispetto al crollo del sistema sanitario nazionale. Prima dicevano che il virus si era depotenziato; poi che gli asintomatici non erano probabilmente contagiosi, in quanto sprovvisti di carica virale elevata. Poi ancora che in classe bastava un metro di distanziamento. Infatti il bollettino dell’ISS segnala nella giornata di oggi (27 ottobre) 21.994 positivi a fronte di 174.398 tamponi, 221 morti (ieri erano 141), e 127 pazienti in terapia intensiva (per un totale di 1.411 persone in rianimazione). La situazione risulta così drammatica che il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro ha dichiarato in conferenza stampa “Rt superiore a 1 in tutte le Regioni e il tracciamento non sostenibile”; inoltre ha affermato che “stanno aumentando gli asintomatici ed i paucisintomatici ed è un elemento cui porre attenzione”.
Ancora una volta il CNDDU chiede al Ministero dell’istruzione di voler rivedere le disposizioni messe in atto finora e adeguare i protocolli allo stato emergenziale attuale. Il personale docente in servizio risulta vivere situazioni di enorme inquietudine e tale stato influisce negativamente sul normale svolgimento delle lezioni in presenza, nonostante l’impegno di ciascuno.