Dallo studio di fattibilità spunti per ottimizzare il collegamento con la Jonica 


Rfi ha consegnato nei tempi previsti la bozza di progetto della nuova linea ad alta velocità. Si è privilegiato un intervento di tipo vallivo, come valido compromesso alle esigenze delle due coste. 

Del resto basta avere un po’ di immaginazione per comprende che questi sistemi infrastrutturali si comportano come un apparato cardio circolatorio, atteso che dalle arterie principali si diramano i capillari verso ogni angolo del corpo. 

L’arco Jonico sconta un ritardo naturale dettato dalla decompressione del Lacinio verso levante. Pertanto, il fulcro di raggiungimento delle linea si trova molto più spostato rispetto all’asse dell’alta velocità. Tale distanza si riduce notevolmente nell’estrema depressione della Piana di Sibari. 

Va da sé che l’obiettivo dovrebbe essere quello di ottimizzare il collegamento fra la città Pitagorica e l’innesto alla futura linea, a Tarsia. 

A tal riguardo la bretella di Thurio, piccola variante ferroviaria in pianura con innesto diretto della Jonica sulla Sibari Cosenza, pertterebbe un risparmio di tempo notevole con un esiguo investimento. 

Tali tipologie di scambio, sul Tirreno e in Val di Crati esistono già da un pezzo. È grazie a questi percorsi che il Freccia Sibari-Bolzano impiega 50 minuti per raggiungere Paola dallo Jonio: bypassando i cambi banco, velocizzando notevolmente la marcia. 

La partita si giocherà nel saper chiedere a Rfi, approfittando dei lavori in essere sulla Jonica, una nuova stazione ferroviaria baricentrica a Corigliano Rossano (che permetterebbe unica fermata dei treni a lunga percorrenza). Questa, potrebbe rappresentare il naturale deviatoio dei flussi provenienti dal basso Jonio, instradando direttamente i convogli presso la prevista intersezione della AV nei pressi di Tarsia. Tale operazione consentirebbe di congiungere il capolinea Crotone alla AV in un tempo stimato inferiore ad 1h. 

I convogli Freccia sono treni a mercato, hanno costi più elevati rispetto al resto e diventano competitivi quando suffragano il rapporto tempo/benefici. 

Immaginate cosa potrebbe significare raggiungere la Capitale dal Basso Jonio in circa 4h? Probabilmente, aver tolto dall’atavico isolamento un’area di circa 400mila abitanti. 

Il treno di prossima istituzione che consentirà il collegamento in coincidenza con il Freccia, è un punto di partenza, una speranza. Come tale dovrebbe invogliare a insistete su progettualità che, concretamente, concorrano alla miglioria della qualità di vita delle autoctone popolazioni. 

Contrariamente, se considerato un punto d’arrivo rappresenterà l’ennesima battaglia di Pirro, o pietanza di lenticchie data in pasto ad un popolo affamato.